Mammografia digitale 3D con tomosintesi
Il Centro di Radiodiagnostica è l’unico per tutto il sud Italia a disporre di una tale apparecchiatura
d’avanguardia nella prevenzione senologica. Dopo Torino, Genova, Firenze e Roma, anche nel capoluogo
siciliano sbarca la mammografia tridimensionale che, rispetto alla metodologia standard dell'esame 2D,
permette un'analisi molto più accurata della mammella.
La tomosintesi supera i limiti dell’attuale imaging
mammografico: riduce al minimo la sovrapposizione della visualizzazione dei tessuti in maniera da non
nascondere più nulla.
Patologie impercettibili, non rilevabili attraverso la convenzionale mammografia 2D, in cui spesso si
individuano con difficoltà le patologie di interesse, vengono evidenziate con la tomosintesi che, attraverso
la ricostruzione stratificata della mammella, consente la riduzione dei “falsi negativi” e l’individuazione
esatta della lesione.
Durante l'acquisizione in tomosintesi, l'uso di una sorgente a raggi X consente infatti
di visualizzare la mammella da diverse angolazioni, creando immagini in cui è possibile individuare
con estrema precisione l'eventuale lesione, superando il limite della confusione del segnale dovuta alla
sovrapposizione dei tessuti.
Si delineano così le coordinate esatte di eventuali lesioni o micro calcificazioni
all'interno della mammella, con misurazioni mirate che facilitano l'azione successiva di eventuali interventi
bioptici.
Il sistema viene integrato inoltre da un sofisticato software chiamato CAD che, grazie ad un insieme di
algoritmi realizzati ad hoc per la Hologic, potenzia la mammografia 3D con tomosintesi, coadiuvando il
radiologo nella refertazione: il CAD va a “guardare” dove fino ad ora non era possibile indagare.
La macchina di ultima generazione della multinazionale americana, che ha ottenuto il prestigioso FDA, offre numerosi altri vantaggi:
la riduzione del trenta per cento della dose di radiazioni assorbite, l’aumento del 30
per cento della definizione e del dettaglio della risoluzione spaziale, l’esposizione velocissima e, dettaglio
sicuramente non trascurabile per la paziente, l’esame è meno doloroso della mammografia convenzionale
poiché è necessaria una minor compressione della mammella. Con la tomosintesi, infatti, la compressione è
ridotta al minimo, quanto basta per stendere il tessuto: così la paziente prova meno dolore.
Sempre nell’ottica della prevenzione del cancro al seno (1 donna su 11 è destinata a sviluppare un tumore
prima dei 74 anni) il Centro, fra le sue più moderne apparecchiature, fa uso di un ecografo di ultimissima
generazione, dotato, fra l’altro, di un nuovo programma, l’elastosonografia, che si basa sulla misurazione
della morbidezza o della rigidità dei tessuti mammari per il principio secondo cui più la lesione è rigida e
dura e più è probabile che sia espressione di malignità.